giovedì 9 ottobre 2014

Cosmic e Baia degli Angeli le cassatte tornano a rivivere.


Cassette dell'epoca Cosmic e Baia tornano a suonare su piastra Technics
Sono riuscito a riporodurre le migliori tutto con componenti vintage, comprese le musicassette hanno 30 anni di vita!
Il suono è diverso rispetto ai video che si trovano in rete su Youtube, qualcuno potrà non capire ma il solo fatto di del "manipolare" oggetti vintage è per un appassionato collezionista puro godimento. 


sabato 13 settembre 2014

Qualcuno ha un Boombox anni 80 da vendere?

SONO ALLA COSTANTE RICERCA DI UN BOOMBOX ANNI 80!
Cerco qualcosa al TOP della gamma all'epoca, particolarmente "pacchiano" con tante luci colorate, doppia piastra, equalizzatore grafico a più bande, etc...
Il mio sogno è un SIGMA VELA DISCO LITE, allego foto per capire...
Magari qualcuno in soffitta lo tiene in mezzo ai "rottami" :-)
Naturalmente vanno bene tutte le marche al TOP di gamma come Toshiba, Aiwa, Larsen, etc..










domenica 7 settembre 2014

Il suono "caldo" della musicassetta.


Il suono della musicassetta non ha eguali!
Un suono "caldo", e sto riversando su cassetta audio i vecchi LP di Vasco Rossi.
Indescrivibile la differenza rispetto al CD oppure MP3, piastra Technics anni 80 al top di categoria e Boombox Aiwa.
La musica di quell'epoca va sentita con gli strumenti dell'epoca.
Anche se trovare il tutto e farlo arrivare in Thailandia non è stata la cosa più semplice del mondo, le musicassette sono sparite dal mercato, le piastre sono state rottamante e non si trovano i ricambi, roba da veri appassionati di Vintage e per fortuna esistono ancora.

domenica 3 agosto 2014

Il mio JVC RC-M60JW una perla di Boombox

Nella mia collezione di Boombox questo è attualmente quello che preferisco, il JVC RC-M60JW negli anni 80 era spaziale! Costava una follia, tecnologicamente super avanti rispetto alla concorrenza.
Dopo 30 anni suona in modo stupendo, ha ingessi audio, uscite per ampli, etc...
Bifonico sistema registratore o riproduttore di suoni a due canali, uno dei quali destinato, alle basse frequenze, l'altro alle alte frequenze.
Magari qualcuno non ci crederà ma se mi ascolto una casseta 80S da un Boombox come questo non è la stessa cosa che sentire un video dal pc su Youtube o da un cd moderno!
Vintage per sempre, il mio museo si espande... 


lunedì 14 luglio 2014

Quel "milfone" della Sabrina Salerno!

 Questi ragazzini moderni bimbiminkia sono odiosi!
Sembra che san tutto loro...
Noi siamo cresciuti con la migliore musica, le migliori auto, le migliori gnocche di sempre!
Non ho debole per le "milfone" ma questa ha quasi 50 anni e rischia d'ammazzarmi di seghe.
Sabrina tutta NATURALE! SPETTACOLARE!

W le tettone degli anni 80!




By Retro Man Phuket

venerdì 20 giugno 2014

La mia Fulvia Coupé rallye 1,3 ero "vintaggissimo" anche da ragazzo.

 Con il nomignolo “leva lunga” gli appassionati raggruppano le Lancia Fulvia Coupé prodotte dal 1965 al 1970, che hanno appunto la leva del cambio lunga. Questo e altri particolari le distinguono dalle Coupé della seconda serie prodotte dal 1970 con più accessori e con sospensioni che le tengono più alte da terra perdendo qualcosa rispetto alla grazia assoluta delle “leva lunga”.
 Queste foto sono della mia Rallye 1,3 cofani e portiere in ALLUMINIO!
 Chi non è appassionato di auto d'epoca non può capire cosa si prova a guidare un automobile del 1968 in tempi moderni! Quando vivevo in Italia i ragazzi della mia età sbavavano per la Golf Terzo modello, io ci avrei CAGATO SOPRA!
 Con questa Fulvia ho fatto cose che rimarranno epiche! Una tenuta di strada senza eguali, il motore solo 1,3 comunque rendeva abbastanza e sul misto nessuno mi stava dietro!
 Con la Fulvia d'epoca ci andavo a FIGA e qualche "scimmia" mi diceva è una "Ferrari d'epoca" ^_^
Le donne non hai mai capito una mazza di motori, quelle dei tempi nostri poi pensavano solo alle Golf di Merda oppure alle AUDI A4, ma sui sedili in FINTA PELLE della Fulvia che si Ribaltavano e diventava un salotto me le sono TROMBATE TUTTE!
 La Berlina della Fulvia ERA UN CESSO, LA COUPE' SPETTACOLARE!
La Fulvia Coupé nacque nel 1965 dalla tradizione Lancia di affiancare alle berline le versioni sportive in collaborazione con i carrozzieri. Con la Fulvia la Casa inaugurò la procedura nuova di fare tutto da sola, dalla progettazione alla costruzione. Evidentemente considerò la possibilità di ridurre i costi e soprattutto di affrontare con tempestività una condizione critica. Per quanto fosse un’ottima automobile, la Lancia Fulvia berlina risentì più delle altre degli effetti della congiuntura economica del 1964, quando per la prima volta dagli anni ’50 le vendite delle auto nuove subirono un calo. La fascia di cilindrata fra i 1.000 cc e 1.500 cc fu la più colpita. Così, delle 124.745 auto immatricolate in meno rispetto al 1963 ben 11.885, pari al 9,5% del totale, appartenevano alla Lancia, la quale incideva sul mercato con un modesto 3,6%. In valori percentuali le cifre possono apparire modeste, ma in valore assoluto le Fulvia berlina invendute avevano un peso enorme.
 La definizione della veste estetica fu assegnata al designer Pietro Castagnero, coadiuvato da Aldo Castagno. Il primo fu “ il fantasista” che concepì lo stile, il secondo “l’uomo d’officina” che ridusse le utopie del creativo in termini producibili industrialmente. L’idea che accese l’inventiva di Castagnero fu quella dei motoscafi Riva, vanto italiano nella motonautica. Girando attorno a quest’idea immaginò il frontale a spigolo, le fiancate dritte e la coda convessa come nei motoscafi. Dall’elaborazione di diverse soluzioni arrivò a quella definitiva, alla quale poi con Castagno apportò gli adattamenti necessari per la costruzione con le attrezzature della Lancia. Il primo prototipo piacque subito ai dirigenti ed entrò in produzione con variazioni minime: il tetto un po’ più alto, i montanti posteriori più sottili e il profilo cromato sul perimetro della coda. Fra le peculiarità stilistiche, oltre ai richiami “nautici” del cofano a V in pianta e della coda convessa, si possono notare le ampie superfici vetrate laterali rese possibili rialzando il tetto ai lati con il motivo “a pagoda” della Mercedes 230 SL, la presa d’aria per la ventilazione dell’abitacolo presa anch’essa dalla Mercedes, il piano inclinato che raccorda la linea di cintura alla fiancata, infine la composizione dei doppi fari anteriori racchiusi insieme con la calandra in una cornice cromata dalla quale restano fuori con un effetto curioso gli indicatori di direzione.
 Con le vendite che andavano a gonfie vele, la Fulvia Coupé divenne un “must” per la clientela giovane e sportiva e ad un certo punto le eccezionali qualità del telaio la spinsero a chiedere più potenza. La risposta non si fece attendere, si chiamò Fulvia Coupé rallye 1,3. Debuttò nel 1967 con la cilindrata portata da 1.216 cc a 1.298 cc, due carburatori Solex C 35 PHH al posto dei Solex C 32 PHH, la testa con i condotti ridisegnati e un nuovo imcerchi pianto di scarico. La potenza salì a 87 CV e la velocità massima a 170 km/h. Per aumentare il diametro dei pistoni fu necessario stringere da 12°53’ 28” a 12°45’8” l’apertura della V formata dai cilindri per evitare interferenza fra le canne. Il motore 1300 siglato 818.302 non fu la sola novità del modello. Nella meccanica ci fu anche l’assale posteriore con le estremità in alluminio anziché in ghisa per ridurre le masse non sospese. L’alluminio debuttò anche nelle porte e nei cofani, facendo scendere il peso da 960 a 925 chili. Altre modifiche riguardarono lo specchio retrovisore esterno, l’aumento delle dimensioni di quello interno, l’impianto di aerazione e riscaldamento con i comandi a levette e la scritta sulla coda rallye 1,3, che oltre a distin- guere il modello ricordò le vittorie nei rallye che la versione da corsa HF otteneva a man bassa. La differenza di prezzo tra la normale e la rallye 1,3, di sole 85.000 lire, orientò la clientela sul nuovo modello. Non ottenne invece consensi l’aggiunta delle tre tinte metallizzate: rosa, azzurro e argento disponibili con supplemento di prezzo di 70.00 lire. Ciò è comprensibile se consideriamo il rosa, un po’ meno le altre tinte che di fatto rimasero sulla carta per scarsità della domanda.
 Il Volante Nardi originale, i "dadi" sullo specchio retrovisore interno, lo specchio esterno modello "Ferrari California cromato", l'autoradio dell'epoca, le chiavi accensione e perfino il portachiavi dell'epoca e nel vano cruscotto il porta documenti ORIGINALE concessionaria di Lancia di Verona.
 Sono sempre stato un perfezionista malato!
Questi carbutatori erano difficile da mettere in "sincronia", ci voleva la "colonetta di mercurio", i più vecchi di voi la conoscono...
Ma io andavo AD ORECCHIO!
CACCIAVITE E BRUMMMMMMMM
 L'ho Venduta ad un Tipo di Milano, era un appassionato vero, sono certo che ha fatto una "buona fine", ma era un tipo abbastanza "anonimo", sposato, giovane fuori dentro vecchio.
Quindi mi sa che di "chiavate" la cara Fulvia ne ha viste poche dopo di Martino...
 Mi manchi, o forse NO!
Diciamo che mi manca quell'epoca, quando ancora non ti mettevano dentro se bevevi un paio di Birre o facecevi i "freni a mano" intraversandoti sulle rotonde...


BY Retro Man Phuket
(All'epoca Martino)

sabato 14 giugno 2014

avevo solo vent'anni avevo solo vent'anni


Un reggimento di poveri operai di partito

una scopata per caso e l'anello è gia al dito
e poi a ventenni crescevano coi denti cariati
i perdenti da loro generati

mi ricordo un piazzale mi vestivo gia male
convinto che io non ero uguale ma
avevo amici daltonici precoci gia tristi
allegramente fatalisti

avevo solo vent'anni avevo solo vent'anni
avevo solo vent'anni avevo solo vent'anni
avevo solo vent'anni avevo solo vent'anni
io quando avevo vent'anni avevo sonno

dalla terrazza sul mare sino al centro sociale
manciate di sputi e poi finiva gia male
c'era quello gia povero e chi ci diventava
la fica alla fine li uccideva

avevo tasche stracolme di cazzate orientali
ottimismo da spiaggia e coltellini speciali
e credevo al momento come a babbo natale
che fondamentalmente è uguale

avevo solo vent'anni avevo solo vent'anni
avevo solo vent'anni avevo solo vent'anni
avevo solo vent'anni avevo solo vent'anni
io quando avevo vent'anni ero uno stronzo

venerdì 13 giugno 2014

BOOMBOX La musica in una scatola anni 80

 Ho scoperto che non è la stessa cosa!
La musica anni 80 la devi ascoltare da una cassetta e con il BoomBox meglio se AIWA!
Mp3 la moda delle Dock Station per Iphone è RIDICOLO:
http://gadgetsin.com/uploads/2010/09/boombox_styled_ipod_dock_with_portable_speakers.jpg
Non è la stessa cosa, il suono è diverso, al tatto, alla vista, è un'esperienza "armeggiare" con le vecchie musicassette!
Sto recuperando con notevole difficoltà degli Stereo anni 80 http://www.stereo80s.com/ tutti hanno la cinghia delle cassette andata, ma si può "rifare" e ne ho sistemati alcuni.
Purtroppo a Phuket in Thailandia NON SONO MAI ARRIVATI, non se ne trova traccia nemmeno nei mercatini dell'usato! Ho guardato ovunque, magari nella capitale Bangkok.
Devo per forza farmi spedire tutto, perfino le cassette Zero mi guardano come un alieno quando gli chiedo se ne hanno in magazzino.
Ma l'esperienza è stupenda se poi la Musicassetta che si fa suonare è originale, ripaga di ogni "sforzo", su Ebay le trovi ancora imballate a pochi Euro.
 NEW YORK Boom bàmba boom boom. Da dove cominciare se non da qui? Quel ritmo incalzante ti entrava nelle orecchie per non uscirne più. Pump up the volume: alza il volume. I ragazzi con i radioloni erano ovunque. Da Brooklyn a San Babila. A Milano sulle scalinate dietro al McDonald' s - proprio lì in centro: altro che ghetto. I radioloni a palla che razzisticamente si chiamavano «da neri». Mica solo da noi. Anche qui a New York. Lo dice pure Spike Lee che non gli è mai piaciuta la definizione razzista di ghetto blaster: le radio del ghetto che la sparavano a tutto volume. Però Spike è politicamente corretto. Anche troppo. Per dire: lo storico della musica nera Nelson George ricorda che la prima volta che ascoltò quella diavoleria chiamata rap si trovava sotto la sede dell' Amsterdam News lassù ad Harlem: «Un ragazzino avanzò con il suo ghetto blaster col volume alzato a dieci».
Nel 1978 era «una tipica esperienza urbana per quei tempi: le radiolone portacassette avevano portato devastazione nella sacralità degli spazi pubblici ormai da qualche anno». Boom bàmba boom boom. Una giornalista della Npr l' altro giorno è andata in giro per Washington Square trascinandosi dietro uno di questi vecchi boombox. Lì, proprio nel cuore del Village. Tra l' universitàe la Quarta Strada West dove Bob Dylan abbracciava Suze Rotolo sulla copertina di Freewhellin' : 1963.E che cosa hanno risposto quei signori che pure convivono da sempre con ogni tipo di bohème? Che cosa ricordano di quei mostri? «Il rumore!». Sì, è passato quasi un quarto di secolo e solo Lyle Owerko poteva provare a riscattare quest' obbrobrio dall' oblio. «Sono sempre stato affascinato dal significato delle cose piuttosto che dal semplice aspetto». Ci mancherebbe. Come fai a chiamarli belli questi colossi di transistor e di watt? The Boombox Project è il libro in cui Lyle prova a ripercorre la s t o r i a d e l l e «macchine, la musica e l' underground urbano». Ma occhio: Owerko nonè il fotografo glamour che t' aspetti. Da New York ha girato mezzo mondo prima di rientrare dal Sudafrica proprio la mattina dell' 11 settembre 2001. Per correre sotto casa e scattare le foto delle Due Torri in fiamme finite sulla copertina di Time. E quella dell' Uomo che cade che è diventato il titolo di un romanzo di Don DeLillo. Ecco: DeLillo saprebbe cos' è il rumore. Il Rumore Bianco di un altro suo successo. Il rumore della solitudine che la rockstar Bucky Wunderlick rinchiude nel suo amplificatore nel primo romanzo sulla crisi del rock: Great Jones Street. Il nome di una via proprio dietro a Ground Zero. Del resto la storia dei boombox sarà mica solo storia della musica nera. «La prima volta che ho sentito Kashmir dei Led Zeppelin» dice sempre Owerko «veniva dai radioloni». Kashmir??? Oddio: il gioco senza frontiere non si ferma più. Per esempio: solo uno scherzo poteva far nascere lo strumento che sarebbe stato il simbolo della rabbia nera nel diligentissimo Giappone. È laggiù che Sharp, Jvc, Aiwa, Sony si lanciano in quella corsa alla miniaturizzazione del suono che porterà alla produzione di due apparecchi diametralmenti opposti. I radioloni appunto.
 E il walkman. Se non li metti insieme non cogli le due facce della stessa medaglia.I radiolonie le cuffiette sono la disintegrazione del moloch della radio e dell' alta fedeltà. Certo: per i giapponesi vale più l' esigenza di fare spazio nelle loro case sempre più piccole. Ma per il resto del mondo è una rivoluzione sociale. La fine dell' ascolto di famiglia. Ricordate Walter Benjamin? Come cambia l' opera d' arte nell' epoca della F sua riproducibilità tecnica. Beh: lui pensava a fonografo e radio. E che rivoluzione fu la sala da concerto che si godeva in salotto. Ma poi dal salotto la musica finì sulle strade. Con i radioloni e il walkman. Boom bàmba boom boom. Dalla libertà allo sfregio (dello spazio pubblico) il passo è breve: soprattutto se sei una montagna nera di muscoli e rabbia che non vuole abbassarsi al gusto degli altri. L' aveva capito David Foster Wallace nel Rap spiegato ai bianchi: «In molti sensi - parecchi piuttosto perversi - il rap, a livello di forma e contenuto, rispedisce al mittente la busta "libertà" con una forza che non si era più vista dai tempi di James Dean ed Elvis Presley». Dice in parole più povere Owerko: il boombox è grosso, è ostentazione. Rappa in parole ancora più povere LL Cool J: «Mi dispiace se non capite / ma io ho bisogno di sentire / questa radio tra le mani / Non voglio mica disturbare nessuno / ma il mio volume / resta fisso al massimo». Ma allora perché alla fine ha vinto il walkman? «Il mio boombox oggi si chiama iPod» dice Fab 5 Freddy: che oltre a essere un profeta dell' hip hop fu compagno d' arte di Basquiat. La fine di un mondo? Ma no: in fondo dai radioloni alle cuffiette è la continuazione del volume con altri mezzi. Boom bàmba boom boom: e tanto peggio per chi non sta mai ad ascoltare.

BY Retro Man Phuket

domenica 8 giugno 2014

Mondo che cambia ma non tutti siamo "pronti"... Fanculo i Bimbominkia moderni!

I Baiosi fine anni 70 inizio 80
Le cassette del Cosmic e della Baia
Le Vespe con adesivi e bauletti "stereo" 
I nostri/vostri figli stanno crescendo "nascosti dietro una tastiera" collegati 24H dormono con lo Smartphone in mano? Attenzione! Vi ritroverete in casa dei BimbiMinkia!
Consiglio che vi posso dare?
Fategli ascoltare una cassetta, ma no so Youtube tirate fuori il vostro BoomBox stereo dalla soffitta e le cassette del Cosmic e sparatele a palla per 1 Ora al giorno.
Raccontante di quando non esistevano i cellulari e ci si ritrovava nelle piazze di paese, con la Vespa si macinavano chilometri oppure in Autostop perchè allora il mondo era migliore non pieno di cazzo di Psicopatici e Bimbominkia.

Vespa con adesivo Melodj Mecca

Baiosi al Cosmic



(sto raccogliendo materiale per raccontare chi erano i "baiosi" visto che molti di voi sicuramente non lo sanno)


NEL 2014 COME SIAMO MESSI?


Quote rosso1 [ pR!nç!P€ $0gN@nT€ ] [18\me] Quote rosso2

~ Bimbominkia alle prese con l'amore
Quote rosso1 veramente io nn sn 1a bimbaminkia le bimbeminkia sn quelle a qui piacciona quelli della disney cm demi lovato jonas .i fan di justin nn sn dei bimbiminkia !! Quote rosso2

~ Bimbaminkia su la verità fa male[1]
Quote rosso1 Impariamo l'abk! Quote rosso2

Caratteristiche tipiche

Il bimbominkia, sia esso maschio o femmina, è tipicamente di età compresa fra i 9 e i 18 anni, anche se non mancano eccezioni come Mr. Lui. Lo si riconosce principalmente per il suo modo di scrivere in chat e per i luoghi virtuali dove lo si può trovare; ha uno sprezzo totale dello stile classico e compatto di molti programmi e servizi del tempo che fu (vedi IRC), ai quali preferisce cose luminose, rumorose, colorate e lampeggianti con le quali può allegramente sgretolare i maroni a tutta la sua lista di contatti di MSN. Quando scrive su MSN, dato che utilizza una media di 8 emoticon per ogni lettera, riduce i suoi messaggi a dei geroglifici. Di solito si esprime usando solo faccine del cacchio nella convinzione di vivere in un SMS con tutte le relative abbreviazioni. Solitamente adora dire in giro che ascolta i Finley o i Tokio Hotel (TH per i veri fan), li sogna perennemente single ed eterosessuali sperando inutilmente che anche lui[3]/lei possa essere nei loro pensieri, ed è disposto a tutto per difendere i suoi beniamini dalle maldicenze della gente invidiosa.

L'atteggiamento

Il bimbominkia, che è già intrinsecamente odioso a causa delle sue caratteristiche innate, è reso ancora più odioso dalla sua ignoranza ed inutilità.
Passa gran parte del suo tempo a tirarsela, a sparare stronzate a raffica per vantarsi, a inventarsi trombate con donne bellissime, ad ammazzarsi di seghe con maratone di film porno o a espellere stronzate mielose via chat. Si comporta da tipica e fastidiosissima palla al piede (da cui il soprannome di "tarzanello") e cerca sempre di dimostrare la propria superiorità nei confronti degli altri.
Se su MSN lo si ignora inizia a mandare vagonate di trilli a raffica, sfruttando un simpaticobug di MSN; non concepisce l'assenza di una persona dall'altra parte del computer, dunque deve verificare almeno quarantadue volte al minuto la tua presenza, mandando messaggi inutili e fastidiosi. Se lo blocchi, troverà il modo per tornare a comunicare con te: non appena ci riuscirà, il primo messaggio sarà una sgommata di spam. Oppure ti inviterà in una conversazione con 180 persone, di cui 125 maschi-arrapati-da-MSN, 20 pronti a liberarsi del bimbominkia, 30 a cui si brucia il computer e 5 amici del bimbominkia.
Nella vita reale (perché purtroppo esistono), il bimbominkia vive in piccoli branchi legati a diversi giochi online come Counter Strike. Fuma (generalmente Camel Super Light o Diana[4]), beve (ma solo Bacardi Breezer allungati, posto che due dita di Lambrusco, così come qualsiasi bevanda dal tasso alcoolico superiore al 5%, scodellano al bimbominkia medio apocalittiche visioni psichedeliche), si droga con l'aspirina C spacciatagli per ecstasy dal suo compagno di scuola per la modica cifra di 25 e si convince di aver avuto rapporti anali con la figa della scuola. Infine spacca i coglioni al mondo con le sue teorie e convinzioni inventate durante una partita alla PS4 al solo scopo di far vedere che lui è uno che la sa lunga. Ha duecentoventordici numeri di telefono memorizzati nel telefono cellulare ma nessuno ha il suo.

Ma tu che vivi in Thailandia cosa ti lamenti? Non ci sono i BimbiMinkia!?


Sto cazzo! Questa nazione è la capitale dei BimbiMinkia! Effemminati che non si capisce se sono uomini o cosa le donne che fanno le TomBoy i Katoey (Trans) e tutti con il cellulare in mano 24H a sparere cazzate sui social network! Sono "scesi dall'albero" del cocco ed hanno preso in mano lo Smartphone! Impressionante perchè i giovani Thai evitano accuratamente di parlare del passato proprio perchè i genitori si "vergognano" di quando vivevano nella "baracca di lamiera" e non avevano il mega pick-up ma il Salen (carettino attaccato al motorino).
Ma non essendo "casa mia" tralascio il discorso sarebbe incomprensibile per molti di voi che qui magari ci siete venuti solo in ferie...
Passiamo ai Bimbiminkia di casa nostra!

Bimbominkia Italiano

Ai bimbiminkia piace minacciare la gente, meglio se vive a migliaia di chilometri da loro e se non si sono mai nemmeno visti dal vivo; se poi un interlocutore è straniero, vera manna dal cielo per il bimbominkia, gli verranno inviati insulti e bestemmie, ovvero le uniche parole inglesi che conoscono, il tutto correlato da simpatiche minacce nello slang di W.O.W., tanto, chi li conosce?
Spesso quando non sanno cosa dire perché si sentono con le spalle al muro su qualsiasi argomento finiscono per offendere l'altro interlocutore riguardo l'aspetto fisico quando sanno benissimo anche loro di avere la faccia da culo/schiaffi, oppure biascicare monosillabi e vocali discutibilmente esistenti nei dizzionari/vocabbolari itagliani.




Bimbominkia Thailebano! Ci sono pure loro!!!!


Chi sono? Connazionali che hanno trovato nella Thailandia una specie di "porta per universo parallelo". Secondo loro la Thailandia è il posto più bello del mondo, popolato solo da gente sorridente, onesta, e laboriosa... Dove poter un giorno migrare, vivere con 300Euro al mese in ciabatte e canotta Chang (birra locale) ed ogni sera FESTA nei vari "zoo" di Patong o Pattaya.
Il Thailebano Italiano ama trovarsi su Facebook principalmente in pagine FAN sulla Thailandia, odia chi come il sottoscritto racconta la verità su questo paese e non sopporta che qualcuno "rovini il sogno"... Molti Thailebani vivono svendendo il sogno di una vita perfetta a BimbiMinkia che poi trovandosi davanti ad una realtà disastrosa si "lanciano dal Balcone".